Al di là dei problemi quotidiani che affliggono quella che è una delle città più belle del mondo, a Venezia la ristorazione di qualità sta finalmente rinascendo florida.

Abbiamo provato con soddisfazione il ristorante-bistrot che Giovanni Mozzato ha rimesso in sesto e reso accogliente, tanto da essere stato annoverato tra i locali storici d’Italia a testimonianza della qualità del recupero. Quella che era una mensa è diventato un luogo elegante ma non troppo formale, confortevole e caldo.

Un passato da consulente in una delle multinazionali dei conti, la malcelata insoddisfazione ed ecco un’opportunità da cogliere al balzo. Così il patron si rimbocca le maniche e impara un mestiere nuovo che, c’è da dire, gli riesce bene. Ingaggia un tandem di cuochi, uno d’esperienza come Davide Scarpa e un giovane di belle speranze, Leonardo Bozzato. Insieme, formano una squadra che non delude. La cucina è ispiratamente moderna, concreta, divertente.

A partire dagli stuzzicanti amuse bouche, per proseguire con un antipasto convincente come la “stuoia” di gamberi di Mazara del Vallo crudi, serviti con Crème fraîche, gocce di soia e anguria in osmosi. Bell’impatto per le mazzancolle scottate con animelle dorate, portulaca su salsa barbecue e riduzione di gin, piatto interessante e ben concepito.

Gli spaghetti freddi profumati agli agrumi con carpaccio di ricciola affumicata, caviale Baikal e gocce di pistacchio sono un’ulteriore prova di come gradevolezza ed equilibrio contraddistinguano lo stile di cucina. Buona anche la “nostra” idea di catalana di piovra con la sua maionese e aria di dashi tra i secondi.

Chiusura dolce con una golosissima charlotte ai frutti di bosco. Il servizio è all’insegna di una grande cordialità. La carta dei vini è molto ben assortita, con la possibilità di bere bene anche al calice. Si spendono alla carta sui 75 euro.

