Il riconoscimento tanto atteso
Così il Presidente Elio Simoni a tal proposito entusiasta afferma “L’IGP non è la vittoria del Consorzio ma di tutta la Romagna: della sua storia, delle sue tradizioni, dei suoi prodotti tipici. Da tanto, troppo tempo abbiamo assistito a tentativi di imitazione al di fuori dei nostri confini, senza poter far nulla in merito.” aggiungendo quindi “Oggi abbiamo uno strumento normativo per intervenire. Solo la vera Piadina Romagnola IGP sarà contraddistinta dal simbolo dell’Unione Europea e dal proprio speciale contrassegno, ed i consumatori saranno certi di acquistare un prodotto controllato, garantito e di qualità”.

… chi la dura, la vince
Così dopo un iter tortuoso, che ha visto passare ben 10 anni e vari passaggi attraverso la Direzione Generale Agricoltura della Commissione Europea, la Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea ha potuto chiudere l'istruttoria e pubblicare la domanda di registrazione quale Indicazione Geografica Protetta al 'cibo di strada' tipico del territorio romagnolo. Ottenendo la giusta tutela di un prodotto patrimonio di tutta la Romagna, che troppo lungamente è stato alla mercè di copiosi tentativi di imitazione e contraffazione. Perciò, preceduti da esempi autorevoli quali la menzione virgiliana nel libro VII dell'Eneide che ad essa si riferiva come “exiguam orbem”, ossia disco sottile, o a Giovanni Pascoli che la definiva il 'pane nazionale' dei Romagnoli, ci limiteremo, badando al pratico, cosa che spesso ci contraddistingue, a ripeterne la ricetta, ben consapevoli che assaporata calda 'in loco' farcita con i prodotti della ridente e gioviale sua terra d'origine, ha tutto un altro significato e gusto.

Ipse dixit
Quindi, nel tenere presente che il Disciplinare distingue in due tipologie la piadina al consumo, ossia quella con un diametro minore (15-25 cm) ma più spessa (4-8 mm), e alla Riminese con un diametro maggiore (23-30 cm) e più sottile (fino a 3 mm); ne riportiamo gli ingredienti, così da saper diffidare da possibili copie truffaldine, giacchè si limitano a 4 gli ingredienti base della vera Piadina Romagnola:
Farina di grano tenero;
Acqua (quanto basta per ottenere un impasto omogeneo);
Sale (pari o inferiore a 25 grammi);
Grassi (strutto, e/o olio di oliva e/o olio di oliva extravergine fino a 250 grammi).
Il Disciplinare contempla anche materie prime opzionali come gli agenti lievitanti con il divieto assoluto di aggiungere conservanti, aromi e/o altri additivi.
A seguito di impasto e porzionatura in pani o palline, si parla di laminatura attraverso matterello manuale oppure laminatrice meccanica. Si prevede, quindi, la cottura su un piano riscaldato che varia da 200 a 250°C per un massimo di 4 minuti.
Fondamentale però, per potersi fregiare dell’IGP, rimane che la Piadina deve essere confezionata nelle sole zone di produzione stabilite.
Tassello fondamentale nel riconoscimento IGP, infatti, è stata l’approvazione del Disciplinare che recepisse tutti gli elementi patrimonio della Piadina Romagnola: caratteri storici, tradizioni, confini geografici e materie prime del prodotto. Diffidate quindi dalle piadine sconosciute.... per il resto...
Buon appetito a tutti!!!
il sito web Consorzio Piadina Romagnola
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